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Gli schiavi non sanno

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Nella tua grazia

pronta al ballo

vedono gli occhi

dalla balaustra al mare

aperto

 

Vengono in molti

senza scarpe né papel

qualcuno rimane

all’approdo costretto

 

Come una polena

mancante di ritocco

sei lì, dai mille nomi

uno soltanto è il tuo

e tutti

tra le pieghe della veste

bianca svelano la tua

naturale forma d’ebano

 

Solo ricordi, forse,

ma il capitano guarda la donna intatta

e i suoi capelli custodia di onice imperfetto

levigati da quiete e battaglia

neanche una preghiera prima del varo

neanche una parola

 

Gli schiavi non pregano

per la Libertà

gli schiavi non hanno comoda

la vista di altre latitudini

e né paura dell’oceano

gli schiavi non sono

 

Non sanno, gli schiavi

canti di misericordia per gli dei della guerra

e non sono, gli schiavi

bisognosi di pane per i sepolcri

ma hanno mani e piedi

più puliti dei nostri

quando è l’ora dell’offerta

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